I giorni di San Giovanni, propizi per la raccolta dell'Iperico e delle erbe, veglie, racconti e balli... milonga serale aperta a tutti, evento di condivisione informale in puro spirito campestre!
La festa di San Giovanni era solennizzata con fuochi, faló ed
altri riti un tempo collegati agli antichi culti solari giacché
la festa cade nel solstizio d'estate, tempo di mietitura e con chiaro
riferimento alla simbologia del fuoco e alle sue funzioni purificatrici
e propiziatrici.
Come nella notte di Natale anche nella notte che precede il 24 giugno,
che si passa vegliando, si crede che avvengano meraviglie e prodigi tanto
é vero che la notte che precede il giorno di San Giovanni
é detta "la notte delle streghe": il 23 giugno,
periodo in cui la luna é in fase crescente, nell'antichitá
si credeva che le streghe, a cavallo delle loro scope, sorvolassero la
Basilica di San Giovanni per radunarsi in un grande sabba annuale.
Chi crede alla leggenda adotta accorgimenti tali da non far entrare nelle
case le cattive maliarde mettendo davanti all'uscio di casa del rosmarino,
ginepro, alloro e ulivo benedetto, oppure dell'aglio come antidoto contro
i malefici e come erba portafortuna e porta ricchezza o, ancora, un mazzetto
di "erbe magiche" formato da iperico, artemisia, ruta, menta e salvia.
L'iperico é detto anche "erba di San Giovanni",
una piantina perenne e tappezzante dai bei fiori gialli che sfregati tra
le dita emettono un umore che colora la mani di rosso e perció
viene detta anche "sangue di San Giovanni"; l'artemisia, invece, avrebbe
proprietá contro il malocchio; la ruta chiamata anche "erba allegra"avrebbe
proprietá curative; la menta, soprattutto se bagnata dalla rugiada
della notte di San Giovanni, garantirebbe lunga vita come pure la salvia.